
MUSEO TEO ARTFANZINE #40 MA(N)GAZINE
A CURA DI GIOVANNI BAI E CAROLINA GOZZINI
PROGETTO GRAFICO GIOVANNI BAI + PATRIZIO RASO
漫画誌
MUSEO TEO ARTFANZINE # 40 - NOVEMBRE 2016
Nel 2016 corre l’anniversario dei centocinquant’anni delle relazioni tra Italia e Giappone e MUSEOTEO+ partecipa alle celebrazioni pubblicando MA(N)GAZINE un numero della rivista MUSEO TEO ARTFANZINE dedicata alle relazioni tra Italia e Giappone attraverso esperienze e storie di persone che vivono dall’altra parte del mondo rispetto a dove sono nate, o che vi hanno vissuto e sono ritornati (italiani in Giappone e giapponesi in Italia, insomma, ma anche giapponesi in Giappone e italiani in Italia…), di chi vive o ha vissuto da straniero, a volte sentendosi tale anche nel luogo di origine, o forse un po’ alieno.

Courtesy Academia.edu
Ma(n)gazine
Giovanni Bai
Nel 2016 corre l’anniversario dei centocinquant’anni delle relazioni tra Italia e Giappone, che prevede le celebrazioni di rito. Le circostanze che ci hanno portato in Giappone in questo 2016 sono, se non del tutto, abbastanza indipendenti da questo evento; ne siamo, tuttavia, evidentemente coinvolti e non possiamo fingere altrimenti.
Per quanto mi riguarda, gli anni di relazione col Giappone sono trentadue e, fatte le debite proporzioni, mi sembra un periodo molto più significativo degli ufficiali centocinquanta: in questo 2016 sono tornato in Giappone per la quinta volta, la prima nell’ era sakura, ovvero il periodo della fioritura dei ciliegi.
Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta il cinema Adriano di Milano proiettava i film di Gozzilla, quelli della prima serie, l’era Showa del mostro che data dal 54 al 75, assolutamente ridicoli nell’ingenuità degli effetti speciali fatti con automobiline-giocattolo. Nella realtà il periodo Showa, ossia della pace illuminata, corrisponde al regno di Hirohito (1926-1989).
Ho già avuto modo di narrare come la notizia della sua morte venisse strillata dalle edizioni straordinarie dei quotidiani il 7 gennaio 1989, mentre lasciavo Tokyo per tornare a Milano: la foto ufficiale pubblicata dai giornali sarebbe divenuta poi la copertina di Museo Teo artfanzine #2.
Nel 1973 il Touring Club Italiano pubblicava il volume Qui Tokyo nella serie dedicata alle capitali del mondo, contenuto nel pacco dono per i soci, con le cartine e le guide d’Italia: qualche effetto lo aveva sicuramente fatto sulla mia immaginazione, ma l’idea di voler conoscere un mondo di segni diversi prese corpo l’anno seguente grazie a Lamberto Pignotti, anche se nel suo libro Pubbli-Città c’è una solo foto di Tokyo, e neppure così significativa…
Bisognerà aspettare dieci anni perché concretizzi il mio progetto, da cui probabilmente mi ero un po’ distratto, immerso in tutto quello che succedeva in quel periodo, ma mi ero prontamente rifatto e nel giro di cinque anni – tra la metà e la fine degli anni ottanta – perlustrai quasi tutto il Giappone dalle sorgenti infernali di Beppu alle cascate bollenti di Hokkaido. E si stupisce Francesca, la nostra inviata a Kanazawa, nel sapere che sono stato lì più di trent’anni fa: «Caspita nell’84?! E come hai fatto? Se ora in pochi parlano inglese nell'84 ti avranno scambiato per un alieno…». Sì ero una curiosità, un professore e la sua scolaresca hanno voluto farsi fotografare con me sul vulcano Aso, un autista di autobus mi fece capire che molti anni prima aveva già visto un italiano… per non parlare di quell’impiegato di una azienda di Tokyo, collega di Michiyo, che, entrando in una stanza in cui ero ovviamente l’unico bianco, disse, malcelando la sorpresa, qualcosa che potei capire anch’io, traducibile con «Il signor straniero è straniero?».
Dopo vent’anni, tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009 un gruppo di esploratori di MUSEOTEO+ ha attraversato il Giappone, conducendo una ricognizione nei luoghi della tradizione e in quelli della ipermodernità, ripercorrendo in parte itinerari già noti, e suscitando ancora la curiosità degli autoctoni, noi unici bianchi alla festa dell’ennichi al tempio di Meguro Fudo, o in una bettola di Shimo Kitazawa. Sul treno per Hiroshima, individuati come italiani, un vecchio mi guardava ripetendo: «Gotto faso, Italia gotto faso…». Certo, pronunciava un termine inglese secondo l’alfabeto sillabico: «godfather», alla fine ci ero arrivato e allo scontato riferimento alla mafia che altro potevo fare se non abbozzare un sorriso?
Nel 2016 ancora a ripercorrere gli stessi itinerari alla ricerca di luoghi, ricordi, nuove suggestioni e soprattutto persone, per mettere in evidenza le relazioni tra i due paesi attraverso le esperienze non tanto di viaggiatori consapevoli (ci sono anche quelle), ma di chi è andato e tornato, percorrendo la Via Lattea come Giovanni e Campanella nel racconto di Kenji Miyazawa, di chi vive o ha vissuto da straniero, a volte sentendosi tale anche nel luogo di origine, o forse un alieno.
La sfera privata non è sempre facile da affrontare, ma abbiamo creduto di poterlo fare, anche se non ci basta conoscere soltanto le impressioni sulla fioritura dei ciliegi o le ricette segrete per cucinare l’okonomiyaki, cose che peraltro non ci dispiace affatto sapere.
È nota la storia leggendaria di Hidetoshi Nagasawa, che nel 1967 arrivò in Italia dopo aver attraversato tutta l’Asia in bicicletta, e in Italia decise di restare, con spirito zen, come narra la sua biografia ufficiale: «Il furto della bicicletta viene interpretato come un segno del destino e Nagasawa decide di stabilirsi nel capoluogo lombardo». Ecco, avremmo potuto farci raccontare direttamente la sua
storia, ma abbiamo preferito vite meno clamorose, ma non per questo meno avventurose, a partire dalle memorie di Matilde C. che vive a Tokyo dal 1955. Sempre a Tokyo abbiamo incontrato Vincenzo, artista e attivista, Lorenzo, fotografo, Urara e Katsuya che hanno studiato in Italia, Masa, passata dall’Istituto d’Arte di Imperia al Bunka Fashion College, ma anche Francesco che insegna alla Waseda University.
Strane le vicende delle giapponesi a Milano: Michyo da designer a cuoca, Maki maestra di tango, Yuki giornalista che ha studiato enologia. Dall’Italia le riflessioni di Betta sulla lingua giapponese alla luce della sua decennale esperienza in Giappone e, ovviamente, i racconti degli esploratori di MUSEOTEO+, la ricerca degli spiriti di Okinawa di Francesco e le storie di Alberto, maestro della cerimonia del tè e di tanti altri ancora.
[MA(n)GAZINE, MUSEO TEO ARTFANZINE #40, NOVEMBRE 2016]
