
MTNZ # 7
IL SITO ORIGINALE DI MTNZ # 7 WORLD TOUR è ANDATO PERDUTO E SIAMO RIUSCITI A RECUPERARE SOLAMENTE LE PAGINE DEDICATE ALLA BIENNALE DI VENEZIA





MUSEO TEO NET-ZINE # 7 WORLD TOUR 2009
MUSEO TEO WORLD TOUR_MILANO_NIPPON KOBO
NIPPON - SGUARDI SUL GIAPPONE
Ihei KIMURA, Ikko NARAHARA
Una bambina con la divisa da scolaretta e un cappello come quello che ancora troviamo nella segnaletica del metro di Tokyo, nel caso cada sulle rotaie, non si sa mai. Anche le divise sono le stesse, solo che Shoji Ueda le fotografava nel 1950, sulle dune, il suo set preferito. Negli stessi anni Ihei Kimura fotografa dei ragazzi con l’aria fiera, mentre nel 1960 Shomei Tsumatsu si reca a Nagasaki a testimoniare i disastri della esplosione atomica, non solo i cimeli ma anche i corpi e le loro ferite. E il corpo, mediato dalla danza <i>butoh</i> e dalla esperienza di Mishima è anche il soggetto delle foto di Eikoh Hosoe. <br>Ryuji Miyamoto con le immagini del terremoto di Kobe e Taiji Matsue con le sue visioni anonime ci raccontano la città, ma è soprattutto nella serie <i>Japanesque zen</i> di Ikko Narahara che emerge quello che è ancora oggi il vero spirito del Giappone.<br>
E ancora lavori di Nobuyoshi Araki, Naoya Hatakeyama, Daido Moriyama, Hiroshi Sugimot, Hiroshi Yamazaki e Miyako Ishiuchi, che completano il panorama sulla fotografia giapponese dalle collezioni della <i>Maison Européenne de la Photographie</i> di Parigi
<i>Nippon Kōbō</i> [<i>Laboratorio Giappon</i>]e era il nome scelto nel 1933 da uno dei primi gruppi di fotografia giapponesi, che si prefiggeva di osservare in modo diverso e nuovo il proprio paese, utilizzando come strumenti una trentacinque millimetri e il proprio sguardo: “Gli autori scelti e le loro opere raccontano stili, cammini e temi differenti eppure tutti riconducibili, per così dire, a uno <i>specifico giapponese</i> da rintracciare nel rapporto con l’ambiente circostante e la rappresentazione del paesaggio, continuamente rinnovato e vivificato, tra contemplazione estatica e dolore irrimediabile; così come nel legame individuo-gruppo, in un oscillare continuo tra identità singola, memoria e tradizione”
La mostra è completata dalla serie di immagini <i>Tokyo in eclisse</i> di Daniele Dainelli.
Sguardi sul Giappone</i><br> Fino al 6 settembre 2009<br> <A href="http://www.formafoto.it"target="new"><b>FORMA Centro Internazionale di Fotografia</b> </A><br>Milano, Piazza Tito Lucrezio Caro, 1<br>
MUSEO TEO WORLD TOUR_MORI MUSEUM TOKYO
Tokyo è grande. Al <i> Mori</i> ci sono stata l’ultimo giorno. Un po’ per caso l’ho tenuto alla fine.<br>
Emergo dalla metropolitana di Roppongi e mi trovo ai piedi dell’altissimo Mori Building, mi piego sempre più all’indietro, guardo la mia meta al 53° piano.<br>
Lo spazio antistante è mosso e vivace, faccio due passi e sono sotto il grande ragno della Bourgeois, mi sento a casa.<br>
Entro, la biglietteria lascia intravedere il bookshop, come in tutti i musei d’arte contemporanea del mondo, prima un salto a vedere se ci sono delle cosette da comprare: le borse, gli orecchini, le cartoline; intrigante, uno scorpione di carta per un’amica di Milano.<br>
L’ascensore in un attimo mi porta al <i>53 rd floor</i>, quando le porte si aprono sono nella hall dello spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea più alto al mondo.<br>
La vista a 360 gradi su Tokyo occupa buona parte del tempo della visita, si può vedere la città e la città è grande. Giro in tondo seguendo la vetrata e mi ritrovo al punto di partenza.<br>
La panoramica poi non finisce lì, si sale di un altro piano sulla terrazza all’aperto, lo <i>skydeck</i>, senza la vetrata che filtri la vista dello sterminato paesaggio urbano. E’ una favorevole giornata dall’aria tersa, si vede il mare, la campagna, il Fuji.<br>
E’ l’ultimo giorno a Tokyo e mi emoziono perché, dall’alto, mi pare di conoscere la città. Distinguo i quartieri che ho visitato nei giorni precedenti, li riconosco, ognuno ha un elemento identificativo, spesso è un alto edificio, come il Mitsui, o uno spazio verde, come il parco del tempio Shinjuku Goyen che non sono riuscita a visitare perché chiude dopo il tramonto.<br>
Lascio la luce naturale della terrazza e rientro nelle sale dedicate alla nuova arte contemporanea indiana. Cambia l’atmosfera, alcune opere m’incantano.<br>
Ancora per poco, godo dei continui contrasti che mi offre questo paese.<br>
[Nicoletta Meroni
<A href=" http://www.mori.art.museum/eng/index.html"target="new"><b>MORI ART MUSEUM</b> </A>
<br> ROPPONGI HILLS MORI TOWER (53F), 6-10-1 ROPPONGI, MINATO-KU, TOKYO, JAPAN]


