*[artisti_al_margine]*

Museo Teo vive da sempre nel margine e nel
margine trova la sua linfa vitale.

La scelta è stata di collocarsi in un territorio tutto da esplorare, quello dei margini di un sistema dell'arte fatto di musei dall'odore stantio e di un mercato ancor più nauseabondo. Il mondo in cui Museo Teo vive, e che si è rivelato essere grandissimo e animato da mille rivoli differenti, non si muove in opposizione all'esistente, ne è parte.
Non ha velleità di scontrarsi con questo sistema,
di riformarlo, ma almeno di metterne a nudo i
 limiti, i difetti di funzionamento.

Certo, i rapporti con questo mondo ufficiale non sono facili se ci vi si colloca sulla base di questi presupposti, per di più accompagnati dalla voglia di divertirsi e di fare arte con amore.  Marginalità allora come progetto di vita, dove serietà è fare bene le cose, non essere tristi: marginalità che non è emarginazione, anche se troppi lo pensano, e lo praticano.

Stare di fianco non è necessaria
mente stare al di fuori, così come porsi in posizione critica rispetto alle brutture del mercato non è demonizzarlo o rifiutarlo in toto, ma solo rifiutare i (dis)valori che lo animano:

è come camminare giù dal marciapiede, c'è qualche rischio in più ma si cammina più veloci. E se questo ci porta a incontrare persone che sono al margine anche della società 

- o addirittura al di fuori di essa -

non possiamo che rallegrarcene e continuare a superare a piacimento le  linee di demarcazione visibili e invisibili, e a confondere le linee di confine.
 
_________[GB_edito MTaf#16 novembre 1999]