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MTNZ # 2.10

ALCUNE DOMANDE AL SIGNOR BLUME

 

gentile signor Blume,

ho rinvenuto nel mio polveroso archivio alcuni fogli sparsi da lei scrittinel secolo scorso.

Poiché non mi è chiara la sua poetica le chiederei di illustrarmene i puntifondamentali, specificando se l'ingresso nel nuovo millennio ha causato qualchemodifica al suo operare.grazie Il suo polveroso archivio sarà sicuramente più in ordine della mia polverosastanza.La polvere sulle cose è stata la mia ossessione e la mia passione, forse ancheimprevista ispiratrice.

I fogli che lei ha ritrovato non sono tutti, tutti gli altri mi sono caduti e faticosomi è ritrovarli.

Ne ho scritti ventimila, o ventimila ne ho sognati, o ventimila ne scriverò da quiall'ultimo giorno.

Oppure ventimila è solo una cifra che piace, e quindi ora inizio a scrivere i rimanentidiciannovemilanovecentosessanta.

Infatti, i miei quaranta fogli di appunti... avevo dimenticato di chiedere anche una immagine...

E io le mando una pattumiera, o meglio il fondo di una pattumiera,o meglio il fondo della pattumiera di un'infermeria d'ospedale, vale a dire quello che rimanealla base del secchio quando si toglie e porta via il sacchetto con le schifezze, che sono restidi cibo e di liquidi medicinali o impronte di tamponi da medicamenti sporchi.

Sono tracce divita, lo sa?

Ma ci siamo distratti.

Stavo per completare un pensiero, ieri, mi pare.

Questo: Infatti, i miei quaranta fogli di appunti io li ho scritti in quasi vent'anni, ma i restanti perarrivare a ventimila potrei tirarli fuori anche solo in venti giorni.

Basta concentrarsi sul sentimento scettico.Lei ora sta pensando: che cosa è il sentimento scettico?

Dico solo che è come lo sguardo di chi vede navi affondare, e le guarda e si dice che è undispiacere, ma intanto le guarda e si chiede quali altre navi potranno essere pensate,e poi non guarda ma vede le nuove navi pensate anch'esse affondare.

Beninteso, su tutte le navi non vi sono esseri umani, altrimenti si direbbe che io sia un omicida.

No, le navi sono del tutto vuote e potrebbe anche non essere navi ma solamente berretti o cassette per frutta.

Ma questo è il sentimento scettico. Sentimento è affetto dell'animo o sensazione fisica o psichica.

Scettico viene dal greco skeptikós, propriamente, appunto: che osserva.

Infatti, se lei osserva tutte le altre immagini raccolte accanto ai fogli...

...e non ricordo che le dissi ieri, ero in altra stanza.

Ma sull'ingresso nelnuovo millennio ho tutto da dire: passò una notte, un capodanno, un botto, e dibotto cambiò il modo di scrivere la data nelle lettere.

Il mio ufficio ne futurbato e la conseguenza fu l'abolizione di ogni corrispondenza.

E di ciò laconseguenza fu la perdita di amici. E di ciò la conseguenza è che ora l'interoufficio sta dentro il dischetto d'un computer ma viaggia per i cavi del mondo,come lei ha visto.

A tal proposito, elaborando una poetica del web...

Questa è la sua ultima risposta?

Pensavo di stare qui ancora tutta la notte, una notte di acqua e caffé,e di fogli che cadono per terra - ma questo è un altro romanzo.

Nella speranza di ospitarvi tra i tavoli del mio ufficio,vogliate gradire cordiali saluti

 

H Blume

Elisa Filocamo, Inside Outside

PER ELISA

 

A poco più di un anno dalla morte, la Casa di Tolleranza presenta una mostra retrospettiva

di Elisa Filocamo, una delle figure più rappresentative della videoarte italiana,

di cui sarà possibile vedere tutta la produzione video.

Elisa ha girato a lungo l'Europa vivendo a Londra e poi a Berlino, prima di reinstallarsi a Milano

- dove è nata nel 1957 - e concludere, da adulta, i suoi studi artistici, mentre già andava focalizzando i suoi interessi sulla videoarte e le videoinstallazioni.

Dopo una breve stagione dedicata alla pittura (documentata anch'essa in mostra) comincerà a dedicarsi alle installazioni, ponendo sempre maggiore cura agli aspetti tecnici della produzione video, in cui riuscirà a raggiungere la capacità di unire il virtuosismo tecnico alla sua grande sensibilità.

Il suo lavoro più famoso Inside Outside del 1997 - premiato sia al Videoart Festival di Locarno che a L'immagine Leggera di Palermo dello stesso anno - rappresenta il manifesto programmatico del suo lavoro, fondato sull'indagine dei meccanismi della visione, sospesa tra realtà e illusione, tra lo sguardo del soggetto e quello della macchina. I riflessi nell'iride dell'artista si mixano con il suo sguardo, svelando i rapporti tra dentro e fuori, tra conscio, inconscio e realtà.

Perché della realtà Elisa non si dimenticava mai, soprattutto della realtà sociale,

che riaffiora o si afferma prepotentemente sia nei video che nelle installazioni, a partire proprio delle visioni di città e periferie che ci offre Inside Outside.

Ma non si esauriva neppure qui il suo muoversi nei territori della visione e della comunicazione: il web le era parso un naturale luogo dove tessere una rete di relazioni che da virtuali si trasformavano in reali, sia attraverso Rete Civica di Milano che con progetti specifici.

Nel 1998 aveva infatti pensato e realizzato il progetto Neuroni: a partire da una serie di materiali visivi e sonori raccolti in Australia - luogo di spazi immensi e incontaminati – aveva coinvolto una serie di artisti, chiedendo loro di rielaborare i segnali loro inviati, creando così una rete neuronale che fosse uno scambio di esperienze e sensazioni che potessero collocarsi nel web a realizzare una sorta di memoria collettiva.

 

Milano, Casa di Tolleranza
fino al 9 novembre 2003

 

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