MTNZ # 2.11
DOMENICA BUCALO
Penso che nel panorama contemporaneo, la galleria di per sé sia uno spazio che ha
alcuni limiti
ma ancora e sempre assolutamente necessaria.
Codifica un linguaggio artistico sempre più comprensibile a mio avviso.
Un linguaggio, quello dell’arte necessario alla formazione civile di un paese, soprattutto
in un momento storico come il nostro con continue e crescenti problematiche socio-culturali
ed economiche.Il sistema dell’arte è per quanto mi riguarda, un organismo necessario.
Un organismo in evoluzione che non deve avere paura di censure, o degli eventi storici.
Questo il suo carisma, soprattutto all’interno di una società , come quella di oggi che tende
ad essere cannibale, dove ci si fagocita l’un l’altro alla ricerca del nuovo, dell’assoluto,
dell’idea più forte capace di schiacciare la precedente, perché l'idea ed il prodotto che
soddisfano i requisiti richiesti venderà .
Ed il tempo in cui tutto ciò si svolge è sempre più conciso, la nostra globalizzazione ci ha
fornito strumenti preziosi così come strumenti che ci cancellano.
Ed al tempo, da sempre una sorta di antagonista con cui specchiarsi, sono stati forniti
strumenti che in qualche modo accelerano ulteriormente il suo compito.
Non esiste più una definizione precisa tra la capacità di elaborazione ed assorbimento della
nostra struttura sociale e la nostra capacità propositiva come organismo intellettuale-culturale.
I mercati e quindi la nostra struttura sociale si nutrono anche della nostra ricerca, la quale
diventa strumento o strumenti dell’attuale forma di organizzazione socio-culturale.
Talvolta il controllo e la pressione di tale struttura è evidente ed addirittura diviene volgare
nella sua rielaborazione, altre volte è sottile, sofisticato, subliminale.Il significato ed il
significante nel mondo contemporaneo sono stati svalutati, hanno perso il loro posto.
Ma la ricerca è vitale come fonte ideologica, per le pulsioni dei cambiamenti sociali, culturali
ed economici.
L’informazione può cambiare gli equilibri.
Tale ricerca si deve confrontare con una società che fornisce spettacolo in tale quantitÃ
che l’intrattenimento risultante è tale da congestionare e creare una sorta di dipendenza.
Dipendenza che fornisce un grande potere a chi lo propone ed apre mercati proficui.
Ma la contraddizione della nostra condizione sociale e della nostra posizione sociale non si
ferma qui, e’ certamente profonda ed avvinghiata a forti motivazioni economiche.
Personalmente credo nella ricerca, nella pratica quotidiana del proprio pensiero,
nell’informazione e nel vincere quella forma di pudore che suggerisce di non esporsi.
Il sistema dell’arte ha un fortissimo carisma sulla nostra società cosi come la società con
i suoi mercati esercita una grande pressione sullo stesso sistema dell’arte e su noi come
individui.
Non credo ad una soluzione istantanea, ma piuttosto in una pratica del lavoro, della ricerca.
Domenica Bucalo: woman + man
L'ULTIMA OPERA DI ANNALISA CATTANI
Giacomo